Ci sono verità che si rivelano col silenzio.
Un silenzio mai silenzioso, che supera gli inganni delle parole.
Quando un primo si ribella e si contrappone alla massa, e poi lo segue un secondo, e poi un terzo e poi un quarto e infine tanti altri ancora.. mi affascina il secondo.
Perché il primo può pure essere un folle inconsapevole.
Ma il secondo è di certo un coraggioso.
Liberté, Égalité, Ostilité.
È la spontaneità dell’istinto che lo rende così pericoloso.
L’atto d’amore più grande non è perdonare chi ti ha ferito: quello si fa in un breve attimo slancio.
Il vero perdono è quello che si mantiene nel tempo.
Voi donne tifose di calcio non vi capisco.
Che gusto c’è a gridare “FALLO!” se poi non ve lo danno per davvero, amiche?
Invadimi, seguimi,
prendimi se ci riesci,
sennò sarai inseguito
e quando ti avrò preso
con le mani e con il respiro
percepirò le tue vene
e ti avvolgerò di me
e di altri venti d’Egitto.
Aspetto il tuo lampo di risposta,
un segnale ai miei segnali.
Ma t’invaderò – stanne certo.
Mi piace se mi scopi la mente.
Però a pecora mi piace di più.
Ci si consuma piano, senza accorgersene.
Perché è la felicità che ci sorprende, ma di quel nostro cuore che trabocca gioia ce ne avvediamo subito.
Non la tristezza che ci avvolge piano, spegnendoci.
Non è la Bellezza che salverà il mondo.
Ma il Rispetto delle differenze.
Si stava meglio ieri, davanti lo specchio, a guardarti negli occhi e a ripeterti “ancora”.
Di quei tornando a casa, spossata e indolenzita.
E il cuore sparpagliato dappertutto.
Fedeli sono i cani.
Io scelgo te. Ogni giorno.
Leghiamoci,
per vocazione o per desiderio,
ma sempre
senza serrare i nodi.
E non temeremo
fughe o cambiamenti
e saremo lontanissimi
da inutili arroganze amorose,
da giochini di possesso che rasentano la demenza
e da ogni Scacco Matto.
Il buongiorno si vede dal mattino, certo.
Ma anche la notte passata dà il suo porco determinante contributo, amici.
Il mattino ha loro in bocca.
[di quando non metti intenzionalmente l’apostrofo e intanto sorridi]
E niente. Stasera per San Valentino Andrea porta un amico.
Che a portare un mazzo di rose son bravi tutti, amiche.
Il vero è sempre nei dettagli.
Come un sorriso autentico: non è la bocca che te lo rivela, ma quelle piccole rughe agli angoli degli occhi.
Senti la mia lingua
accarezzare i tuoi nervi?
Senti il mio fiato caldo
narrarti di te e di altre favole belle?
Sentiti amato, perché lo sei.
Si nasce proprio con una “rottura delle acque”.
Ecco perché se vuoi che qualcosa cambi devi tornare a “smuoverle”.
Se volevo essere amata da impazzire nascevo Andrea.
Quelli dei “Non farlo se m’ami” e intanto ti rubano pezzi su pezzi di vita, sono i veri poveri.
E i pezzi di te se li prendono e vogliono perché loro son vuoti.
Non è l’orgasmo la “piccola morte”.
Ma il disincanto.
I disonesti intellettualmente li salva la loro stessa disonestà.
Ché se non lo fossero si schiferebbero da soli.
A volte penso che dovrei scrivere anch’io una lista delle cose che DEVE fare e delle cose che NON DEVE fare una donna per definirsi emancipata.
Ma vi amo troppo per farvi leggere certe cagate, amici.
Volevo scrivere una frase dolce e poetica per dire quanto mi manca nell’anima e nel cuore, ma continuo a immaginarlo che mi scopa forte a pecora e quindi niente.
Dei suoi occhi che brillano.
Con guizzi di luce che aumentano mentre vado su e giù.
Prendetevelo voi
l’amore con le regole
(teatrale e conveniente).
Io voglio intensità
e non assuefazione
e non patteggiamento.
Sbattimi.
Girami e rigirami.
Reinventami.
Entra nella mia bocca rossa,
invadendo ogni mio spasmo lessicale
e il mio più stupido anagramma.
Se fa sempre la vittima, se ti dice che non ha mai avuto amore, che é così perché non l’ami abbastanza, che solo se l’ami di più può cambiare e salvarsi..
Scappa.
Perché la vittima sei tu.