Si stava meglio quando avevo fica, bocca e occhi pieni di te.
È solo amando sé stessi che si è capaci poi di amare gli altri per davvero.
Liberamente. E per quello che sono.
Quella voglia di te che mi fa socchiudere gli occhi e girare la testa.
Al nodo in gola ci preferisco il cuore.
Le cicatrici ci fanno belli e forti.
Perché ci ricordano quella volta che, in qualche modo, il lupo ce lo siam mangiato noi.
Peggio dei cattivi, solo i vili.
Oscilliamo,
fra le gocce di sudore
dei nostri ventri incollati.
Una spinta ancora
e spicchiamo il volo
nell’universo del tutto-possibile.
Mai un raggio di sole che trafigga quando serve.
Di quelle rese che sono vittorie.
Al principe azzurro ho sempre preferito l’uomo nero.
Chiavami bene, ché a cuorarmi son bravi tutti.
Deve arrivare il buio per scorgere le stelle.
Non si invecchia col tempo.
Invecchi ogni volta che lasci morire un tuo sogno.
Raggruppatevi solo per fare le orge.
AAA Cercasi partecipanti x completare gruppo:
1 donna bisex e disponibile a bukkake
2 bull
1 contemplativo (abile cameraman all’occorrenza)
L’amore non è mai troppo.
Ché quando lo si deve definire “troppo” per indicare che fa del male già non è più amore.
Quanti gameti, scambiati per genitorialità.
Io se fossi dio chiederei scusa.
Pensavo fosse amore, invece era un ricatto emotivo.
Che un “contatto” lascia sempre una traccia non vale solo per le scene del crimine.
Di quelle volte che mi dico “È una storia folle, dovrei chiuderla” & di altre minchiate che non metterò mai in atto.
È nella reciprocità che c’è l’armonia.
Altrimenti è squilibrio e prevaricazione.
È a furia di desiderarti che tu ti sei avverato.
Nessuno è piu povero di chi mendica l’amore.
E ci sei tu.
E io che mi incanto se solo ti guardo la bocca.
Se solo tu riuscissi a immaginare quanto t’amo, vacilleresti.
Più che bestemmiare dio, andrebbero maledetti gli uomini.
Dicono che essere razzisti non costi nulla.
Non è vero. Diventare razzisti costa. Parecchio.
Si perde la bellezza di essere uomini.
Costantemente in bilico fra due finali alternativi.
La straordinaria libertà dei bambini,
che imparano prima a dire “no” che “sì”.