È quando divento romantica da sciogliermi che immagino le più audaci sconcezze.
Dalla parte del torto le sedute son più comode.
Quando il saggio indica la luna e lo stolto guarda il dito, allora il saggio pensa che avrebbe fatto meglio a indicare la luna con il medio.
Difficile tornare indietro dopo che si sperimenta qualcosa di potente: il “prima” non esiste più, perché quel potente ci cambia nel profondo.
Chissà dove vanno a finire quei sogni che abbiamo smesso di sognare.
Più hai amato e ami e più, pure in una folla, riconosci chi sa essere amante.
E ogni volta che rinunci a un sogno è un piccolo suicidio.
Devo mettere giù un algoritmo che ti elimina tutti i commenti a cazzo.
Devo mettere giù un algoritmo che ti elimina tutti i commenti a cazzo.
E ci vuole il giusto silenzio per mettere a fuoco (senza odore di bruciato finalmente) le nostre piccole parti segrete.
Odiatevi voi, ché noi ad amare ci proviamo più gusto.
Ti farneticavo prima di conoscerti.
E ti desideravo.
E forse è stato a furia di desiderarti tanto che ti sei avverato.
Non basta che ci amino, se non è quello il modo con cui desideriamo essere amati.
“A minchia ‘nculu all’avutri è un filu ‘i pagghia”
(Saggezza popolare)
Uno sciacallo è per sempre.
Le mie mani sulle tue tempie e il mio cuore sparpagliato dappertutto addosso a te.
I serpenti si annidano dove meno te lo aspetti.
Si sta bene adesso, dopo avere riempito la notte di amore, sorrisi e di orgasmi imperiosi. E il giorno ci aspetta.
Sbagliando s’impara che spesso c’è gusto.
Si starà meglio domani, quando ti abbraccerò con le braccia e con le gambe.
E il ritorno ha un sapore diverso.
Dal sale all’attesa di baci.
“Quannu una parola ti pari picca e dui su’ assai”
[Quando la frase detta ti sembra “insufficiente” ma senti che dire oltre sarebbe peggio]
Sto protendendomi verso te
tutta quanta,
tutta intera.
Il Fuoco sta divampando
e riesco a sentirti già così.
Respira & Risplendi.
Quanti dubbi sono in realtà desiderio inconsapevole di non scontentare nessuno?
Troppa luce sembra far splendere.
Ma è con i chiaroscuri che percepisci le profondità.
Non è agli angoli degli occhi, ma dentro che vedi i sogni che ha lasciato il tempo
Meno male che lunedì torno e ti rivedo.
Altrimenti finirei come una gatta in calore a strofinarmi contro i nuraghi.
Si stava meglio quando ci sorprendeva lo stesso guizzo di urgenza negli occhi. E la stessa ansia innescata nelle mani e nelle lingue.
Di quegli amori che nascono stanchi e senza entusiasmi, come quelle partite destinate al pareggio.
È il “giudizio” la più grossa trappola intellettuale.
Perché, a differenza dell’opinione, rifugge di poter cambiare.