Ogni volta che diciamo ai figli “Se fai così mi dai un dispiacere, mi rattristi” spianiamo la strada a chi da adulti vorrà manipolarli.
Si stava meglio quando stavamo insieme e ti desideravo così tanto che mi rammaricavo di avere un corpo solo per amarti. E una sola lingua.
Si può stare sdraiati al sole, confusi fra 1000 persone, ma se chiudiamo gli occhi per pensare a chi amiamo, ci tradisce quel lieve sorriso.
Si stava meglio quando all’alba prima che te svegliavo il tuo uccello. Ed erano i gemiti che mi procurava che svegliavano le allodole.
Copritevi, ché vi si vedono i fili che vi muovono.
Più vogliamo essere approvati e “giudicati bene” e più riveliamo quanto poco ci amiamo.
Ché l’amore di sé non necessita dell’amore altrui.
Si stava meglio quando stavamo abbracciati a galleggiare nel nostro “dopo”, che non è mai uguale. Cambia ogni volta ma rimane Meraviglia.
Si stava meglio quando mi abbracciavi esausta, intingevi un dito nello squirt, lo assaggiavi e dicevi che sapeva di mandorle, ma più di magia.
Ci sarà un motivo per cui i romanzi più belli non finiscono mai con un “e vissero felici e contenti”.
Non possiamo salvare nessuno. Né nessuno ci potrà salvare.
Ma solo se disperati lo capiamo, che l’unica vita che possiamo salvare è la nostra.
Troppi balconi e piazze Venezia dentro questo Twitter.
Si stava meglio quando oscillavamo fra le gocce di sudore dei nostri ventri incollati.
E tu davi quella spinta ancora e spiccavamo il volo.
Si può travestirlo come si vuole, ma il tuit cattivo e senza menzione puzza sempre di fogna.
Tienimi e sentimi con te. Perché ci sono.
Si stava meglio quando avevi quelle voglie sulla punta della lingua che non riuscivi a dirmi. E io venivo a prendermele.
Si stava meglio quand’era inverno.
E ti prendevo le mani gelate e le infilavo nella scollatura per scaldarle.
E tu ridevi e io non avevo freddo.
Guardarsi indietro solo per verificare che nessuna zavorra ci insegua.
È con i “spero” che non si cambierà mai niente.
E ci si logora, rimanendo immobili.
I sorrisi più belli li fai a tua insaputa.
Quando d’improvviso ti accorgi che hai voglia di ricominciare.
Si stava meglio nelle nostre notti rubate, che non so com’era possibile che ero io a godere ma le stelle brillavano dentro gli occhi tuoi.
Si stava meglio quando eravamo al bar a ridere e parlare. E agli sguardi di disapprovazione rispondevamo scambiandoci respiro e lingua.
Tutto torna. Io per precauzione ho messo un allarme con sensore di movimento.
Si stava meglio quando rubavamo al mondo una mattina e mi portavi al lago.
Se le stelle cadenti ti conoscessero ti desidererebbero pure loro.
Si stava meglio quando squirtavo come una fontana di succo di mandorle e tu mi sorridevi.
Si stava meglio quando traboccavo d’amore per te come adesso, ma tu c’eri e te lo facevo defluire addosso.
Guardare e parlare a una splendida bionda e non riuscire a evitare di immaginarla eccitata fra noi.
Era meglio fare i fatalisti, così non era mai colpa nostra.
Tua. Ostinatamente e inevitabilmente.
Ché non ho mai voluto tritasogni
Il problema di quando si pesta una merda è che, pur se si sporca solo la suola, l’odore persiste.