Comunque gli “stupri virtuali” nei gruppi telegram o fb (gruppi in cui i partecipanti si scambiano foto di ragazze e donne inconsapevoli allo scopo di stuprarle virtualmente) non devono preoccuparci perché la vittima potrebbe essere nostra figlia, sorella, madre, fidanzata, amica.
Devono preoccuparci perché le merde partecipanti possono essere nostro figlio, fratello, fidanzato, padre, amico.
Ché i numeri dicono quello, eh.
Accorgiamoci, vi prego, dell’assurdo schema di pensiero che sposta sempre l’attenzione sulle vittime, colpevolizzandole perché “incaute, ingenue o leggere”.
Anche quando si sostiene che meriterebbero rispetto perché “figlie, sorelle, fidanzate” di qualcuno, e non perché PERSONE.
Così facendo spostiamo l’attenzione sulla vittima e sulla sua “vergogna”, che si ripercuoterebbe in “disonore” per l’uomo che “la possiede”.
MA LA VERA VERGOGNA È ESSERE MERDE CHE PARTECIPANO A STE ROBE!
Aver cresciuto, vivere, condividere, amare, esser figli e figlie di merde simili.
E, se guardiamo ai numeri, la probabilità di avere, magari inconsapevolmente, a che fare con una merda partecipante a quei gruppi è ALTISSIMA!
Di fronte alla cultura dello stupro, così radicata, è necessario che TUTTI si prenda le distanze.
Se non lo si fa non si sarà responsabili delle azioni di altri, ovvio, ma certamente SI È COMPLICI DI QUELLA CULTURA.
E non c’è amore, di figlio, fratello o amico, che lo giustifichi.