Cuore che batte più forte, pressione che aumenta, respiro veloce e pesante, contrazioni muscolari involontarie. E poi dopamina, ossitocina e altri cambiamenti neurochimici. In una parola: l’orgasmo.
Un piacere che genera soddisfazione, rilassamento, umore positivo, rinforza i sentimenti di amore e di attaccamento ed è benefico per la salute, perché implica non solo un aumento del flusso sanguigno al cervello e al corpo ma anche protezione da alcuni tumori e malattie cardiache.
L’orgasmo è un’esperienza che la maggioranza degli uomini conosce bene. Secondo una ricerca la percentuale di uomini che raggiunge in modo regolare l’orgasmo durante i rapporti vaginali è tra il 75% e il 95%, mentre per le donne il tasso si abbassa al 25%.
Questa “disparità” è un fenomeno che viene definito “orgasm gap”.
Ma perché le donne hanno più “difficoltà” a raggiungere l’orgasmo?
Considerato che l’orgasmo femminile è guidato da un’eccitazione sia fisica che psicologica e che viene solitamente raggiunto con la masturbazione, i motivi delle “difficoltà” a raggiungerlo nei rapporti vaginali sono molteplici: dal disagio con il proprio corpo, a sceneggiature sessuali vecchio stile che privilegiano l’orgasmo maschile, fino a una, anche inconsapevole, tendenza a svalutare l’orgasmo femminile, a considerarlo come secondario o comunque non essenziale quanto quello maschile.
Non di rado la reazione di molte donne dopo un mancato orgasmo non è di fastidio, di autotutela, ma va nella direzione opposta: rassicurare l’uomo e minimizzare il proprio mancato piacere. È frutto di una cultura patriarcale in cui il piacere femminile è visto come un qualcosa “in più”, che se accade, bene, ma se non accade, in fondo, è lo stesso.
Molte poi arrivano a fingere l’orgasmo per compiacere il partner circa le sue capacità amatorie, con la conseguenza di creare in lui convinzioni sbagliate su cosa piace alla compagna e sulle tecniche che la eccitano, ed entrambi non sapranno mai cosa a lei fa e dà realmente piacere.
Più che un traguardo da raggiungere, una meta da “desiderare”
Da tempo i sessuologi avvertono che troppa pressione psicologica sul raggiungimento dell’orgasmo possa sortire l’effetto opposto, rendendolo meno probabile.
Nuove ricerche condotte sull’associazione fra perseguimento dell’orgasmo e il suo verificarsi, dimostrerebbero però come le donne concentrate durante il rapporto sessuale sul raggiungimento del proprio orgasmo, considerandolo una priorità, avrebbero più probabilità di raggiungerlo. In pratica “desiderare” l’orgasmo renderebbe più facile il suo avverarsi.
Troppe Sally ti presento Harry?
Si stima che circa il 67% delle donne abbia simulato l’orgasmo almeno una volta nella vita e, secondo una più recente indagine condotta dalla University of Central Lancashire e dalla University of Leeds, la percentuale di coloro che fingono l’orgasmo sarebbe addirittura dell’80% , di cui il 25% simulerebbe l’apice del piacere nel 90% delle volte in cui fa l’amore.
Sono dunque così diffuse le Sally della famosa scena del film “Harry ti presento Sally”, nella quale Meg Ryan simula l’orgasmo al ristorante, a dimostrazione che tutte le donne sanno fingere? E perché?
La sessualità, come ogni altro aspetto della vita, è permeata di aspettative, di schemi socialmente stabiliti riguardo a come i soggetti coinvolti debbano consumare e comportarsi in questo atto.
La vergogna e frustrazione generate dalla convinzione che non aderendo a queste “sceneggiature” (e sceneggiate) sessuali si sarebbe non apprezzate o addirittura rifiutate dal partner, il senso di colpa per “non esserci riuscite” (attribuendosi l’intera responsabilità del “fallimento”) , l’idea che il mancato orgasmo invaliderebbe la performance sessuale – e quindi l’autostima del compagno – il non volere ferire i sentimenti di quest’ultimo e l’imbarazzo a comunicare chiaramente ciò che si desidera, sono tra i motivi più frequenti di simulazione.
Non è da trascurare neanche la percentuale di donne che simulerebbe l’orgasmo per concludere un rapporto sessuale poco appagante.
In ogni caso, qualunque sia la ragione per cui si simula l’orgasmo, fingerlo equivale a negarselo da sole, a non darsi la possibilità di essere soddisfatte.
Fa eccezione il solo caso in cui si simula piacere per aumentare la propria eccitazione sessuale e facilitare così l’arrivo dell’orgasmo.
Una ricerca dell’Università del Texas ha indagato sul perché alcune donne simulino l’orgasmo, evidenziando come quelle che fingevano piacere per aumentare la propria eccitazione avevano poi una maggiore probabilità di arrivare all’orgasmo reale, al contrario di chi lo simulava per imbarazzo o per non ferire il proprio compagno.
Ma fingere un entusiasmo che non si prova per compiacere il partner fa solo male all’intimità del rapporto: alza muri silenziosi. Meglio fermarsi ed esplicitare i propri desideri, suggerendo al partner di realizzarli insieme, altrimenti lui penserà che non c’è alcun problema e la simulatrice rimarrà sempre insoddisfatta. Diversamente, fingere piacere perché lo si trova sessualmente stimolante può divenire una buona tecnica di eccitazione.
Andiamo in altalena!
Pochissime ricerche hanno studiato la relazione tra la sperimentazione dell’orgasmo durante il rapporto vaginale e specifiche tecniche di stimolazione.
Da uno studio pubblicato all’inizio di quest’anno sul Journal of Sex Research è emerso che gli orgasmi erano più facili e intensi nelle donne che riferivano di eseguire durante i rapporti vaginali movimenti oscillanti avanti e indietro del bacino e del busto, con uno sfregamento diretto del clitoride. Inoltre il movimento “altalenante” del bacino, anche senza stimolazione clitoridea diretta e simultanea, consentiva di raggiungere orgasmi più frequenti rispetto a rapporti consumati con il corpo immobile.
Nonostante numerosi studi e ricerche pare non esista un modo migliore di altri o una “tecnica” specifica per raggiungere l’orgasmo.
Il piacere femminile è ancora oggi un terreno oscuro, solo parzialmente esplorato. Basti pensare che attorno allo squirting (l’eiaculazione femminile) aleggia un’aura di leggenda, con donne che riferiscono un’esperienza straordinariamente piacevole e intensa che ha i limiti dell’incredibile, e altre che dubitano persino della sua esistenza.
L’interesse circa lo squirting è però diffuso principalmente “in funzione” dell’uomo, come se si trattasse di un segno di apprezzamento della “performance” maschile, della “bravura” del maschio.
E difatti nell’ambito pornografico esiste uno specifico filone di video porno dedicati al fenomeno, molti dei quali però, per compiacere l’utente, arrivano a spacciare per squirting qualcosa che squirting non è, generando ulteriore confusione.
Di certo esistono tante varietà del piacere quante sono le donne nel mondo, mentre ogni orgasmo simulato è uguale a quello che lo precede e all’altro che lo seguirà. Non perseguire nel sesso anche il proprio orgasmo, non “desiderarlo”, non dare importanza ai propri bisogni e desideri, significa negarsi la possibilità di assaporare le molteplici sfumature, varietà e intensità del piacere.
Anna Salvaje
Link fonti:
https://www.psychologytoday.com/us/basics/orgasm
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0191886919305604
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0191886919303216